Pensare al turismo come una sterile attività che porti a viaggiare nella zona del mondo o del proprio paese che si richiede, con un guadagno da parte del paese ospitante (in materia di servizi di cui si usufruisce e tanto altro), è sbagliato: i paesi che vogliono fondare sull’economia del terziario la loro crescita o quelli che già sono affermati come potenze mondiali sanno benissimo cosa ciò voglia dire, e valutano ogni possibile aspetto di una vera e propria disciplina economica.
Il turismo può essere definito come una commistione di principi e aspetti economici da considerare e applicare, al fine di creare il prodotto perfetto; la sharing economy è una di queste e si applica, anche se non ce ne si accorge, nella quotidianità di qualsiasi viaggio: ma che cos’è e come funziona?
Che cos’è la sharing economy?
In via del tutto generale, la sharing economy ha un suo senso e un suo significato al di là di tutte le possibili applicazioni in ambito economico, turistico e sociale. Si parla di sharing economy (la cui traduzione letterale è economia collaborativa) quando si intende un’attività economica che comporta transazioni in rete. Parlare di sharing economy cercando di identificare una definizione corretta di questa pratica non è per niente semplice, in quanto ogni possibile applicazione in campo economico e sociale permette una definizione di questo tipo di economia.
Cercando di estrarre dallo specifico il concetto generale, però, si può intendere la sharing economy come un’economia molto diversificata – che va dalle azioni spicciole fino alle manovre più complesse – atta a portare a un risparmio o a un guadagno delle parti, grazie a pratiche che sono entrate a far parte di una cultura economica ben radicata: peer-to-peer, crowd
funding, car sharing e tanto altro ancora. Grazie a tutte queste pratiche è possibile pensare alla sharing economy come un grande concetto di innovazione che si basa su un contesto economico condiviso, possibile grazie a tutte le scoperte tecnologiche che permettono di giovarne.
Basti prendere d’esempio la definizione dell’Oxford Dictionary, molto emblematica in tal senso: “È un sistema economico in cui beni o servizi sono condivisi tra individui privati, gratis o a pagamento, attraverso Internet. Grazie alla sharing economy, si può agevolmente noleggiare la propria auto, il proprio appartamento, la propria bicicletta o persino la propria rete wifi quando non li si utilizzano”.
Le tipologie di sharing economy
La sharing economy è conosciuta maggiormente nelle sue applicazioni pratiche più che nella sua definizione generale, in quanto è proprio nelle stesse tipologie di sharing economy che si può comprendere il funzionamento di questo tipo di economia. Tra le tipologie di sharing economy più diffuse ci sono:
- Car Sharing: si tratta di una delle forme di sharing economy maggiormente sviluppatesi negli ultimi anni; attraverso un’applicazione specifica, si può giovare di viaggi condivisi, da realizzare attraverso mezzi pubblici o auto, che tendono – chiaramente – a far risparmiare sul costo complessivo del viaggio, permettendo, allo stesso tempo, di non viaggiare né da soli né in cattive compagnie; nel caso di auto, ad esempio, il proprietario della stessa può decidere di far pagare una determinata percentuale o il costo di benzina o autostrade.
- House Sharing: forma analoga alla car sharing, la house sharing permette di condividere la propria abitazione con altre persone o, semplicemente, una o più camere; differisce – chiaramente – dal classico concetto dei B & B (che permettono solo di dormire e consumare la colazione), avvicinandosi più a quello della casa condivisa o coabitazione;
- Coworking: uno stile lavorativo del tutto innovativo, che permette di usufruire di uno spazio lavorativo condiviso, oltre che di risorse comuni;
- Crowdfunding: probabilmente la forma più comune di sharing economy, il crowdfunding è una sorta di microfinanziamento che funziona attraverso piattaforme specifiche – come conti online – per la raccolta di denaro, al fine di finanziare un determinato progetto e non solo. In base alle sottocategorie di crowdfunding si organizza il lavoro stesso di finanziamento, che può essere finalizzato a una ricompensa specifica (nel caso di patreon), a progetti no profit o a prestiti per aziende e imprese.
Sharing economy nel turismo: perchè è così importante
Una delle forme maggiormente sviluppatesi negli ultimi anni di sharing economy è, senza dubbio, la sharing economy nel mondo del turismo. Il turismo, che può essere inteso sia come viaggio in sé per sé che come viaggio d’affari, è una delle forme di economia più diffuse e potenziate negli ultimi anni, grazie ad un investimento sempre maggiore da parte di tutti i maggiori addetti ai lavori.
Capire che cosa sia e quale sia il funzionamento della sharing economy applicata al mondo del turismo non è difficile: basti considerare qualsiasi forma di viaggio che – inconsapevolmente – vede applicate tutte le forme di economia condivisa. Tutte le tipologie di viaggi di gruppo si fondano, in effetti, su una medesima applicazione di stessi principi: condivisione di ambienti, stanze, cibo, mezzi di trasporto e tanto altro ancora fanno parte della sharing economy.
Ciò porta a godere del proprio viaggio nel migliore dei modi, sia grazie ad un sostanziale risparmio – che passa attraverso la condivisione di tutto ciò che fa parte di un viaggio -, sia grazie alla maggiore possibilità di rapportarsi al patrimonio sociale e culturale del paese o della realtà che si visita. Immedesimarsi all’interno della cultura di un paese (dai semplici autobus fino al cibo che si consuma) è fondamentale per conoscerlo fino in fondo.
Insomma, la sharing economy permette di godere di un’ampia offerta di servizi, chiedendo in cambio soltanto la fiducia verso il prossimo, che sia esso un amico, un familiare o un coinquilino.